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Associazione Regionale per la Tutela della Salute Mentale – Registro Nazionale Abruzzo per le Organizzazioni del Volontariato Decr. n. 712/15-11-1996 

(Last Updated On: 8 Ottobre 2020)

 

Il progetto “Lavorare con il Mutuo Aiuto” è stato realizzato dall’Associazione familiari per la tutela della Salute Mentale “PERCORSI” dal 3 marzo 2017 al 2 marzo 2018, nell’ambito della Legge Regionale 2 maggio 1995, n. 95, PIANO REGIONALE DI INTERVENTI IN FAVORE DELLA FAMIGLIA – ANNO 2016, indetto dal DIPARTIMENTO PER LA SALUTE E IL WELFARE della Regione Abruzzo, SERVIZIO PER LA PROGRAMMAZIONE SOCIALE E IL SISTEMA INTEGRATO SOCIO-SANITARIO.

Curato dal dott. Fabio Fischietti (psicologo psicoterapeuta), con la collaborazione delle dottoresse Giordana Zappalorto (Operatrice Socio Sanitaria) e Francesca Lanci (psicologa psicoterapeuta), nonché di alcuni soci volontari della ONLUS “Percorsi”, è stato implementato presso le sedi associative di Pescara (46 incontri totali tra riunioni di gruppo e colloqui individuali) e Lanciano (54 incontri), oltre che presso la sala riunioni del Centro Diurno Psichiatrico di Vasto (7 incontri).

L’intervento è stato ideato, proposto e implementato dopo un’attenta analisi dei bisogni attuata dalla “Percorsi” nel settore della Salute Mentale: è stato infatti rilevato che in Abruzzo centinaia di famiglie sono gravate da un carico familiare molto elevato, dovuto alla presenza di un congiunto sofferente psichico, una persona la cui patologia è scatenata e mantenuta nel tempo da ripetuti fallimenti esistenziali, che ricadono primariamente sulle spalle delle stesse famiglie.

Uno dei principali fallimenti suddetti risiede nell’incapacità delle persone con disabilità psichiatrica di trovare un impiego lavorativo, difficoltà dovuta a svariati motivi, in primis alla mancanza di supporto da parte di persone “normali” che conoscano bene le opportunità lavorative della zona e le difficoltà lavorative cui vanno incontro le persone disabili psichiche, che spesso corrispondono incolpevolmente agli stessi familiari, ma anche e soprattutto allo stigma che purtroppo caratterizza il disturbo mentale.

Per raggiungere la finalità corrispondente all’alleggerimento del carico familiare, sia oggettivo che soggettivo, delle famiglie che hanno a carico un soggetto disabile psichico, è stata adottata la tecnica del Management familiare comportamentale, il cui obiettivo specifico è stato quello di incrementare l’empowerment dei familiari e dei loro congiunti sofferenti psichici, in un processo di collaborazione promosso con l’apprendimento di conoscenze, abilità, strategie e attitudini comportamentali, che hanno motivato e facilitato i partecipanti nel raggiungimento di alcuni loro obiettivi di vita personalmente rilevanti, andando oltre i sintomi e godendo conseguentemente di momenti significativi e il più possibile normali, con soddisfazione personale, autonomia e responsabilità.

Nel corso dell’anno sono stati coinvolti complessivamente 37 familiari (14 su Pescara e provincia, 11 su Lanciano e 12 su Vasto), e 15 persone con disturbo mentale (13 su Pescara e provincia, 2 su Lanciano, nessuno su Vasto), con diagnosi di schizofrenia, disturbo bipolare e disturbo di personalità. Le componenti di base del progetto sono state:

  1. Valutazione comportamentale e funzionale dei singoli individui e delle famiglie nel loro insieme (nel caso di componenti appartenenti allo stesso nucleo familiare).
  2. Coinvolgimento dei familiari e degli utenti in una relazione terapeutica positiva e collaborativa, attraverso incontri di gruppo basati sui principi dell’Auto Mutuo Aiuto.
  3. Rilascio di informazioni sulla natura dei disturbi psichiatrici e sugli interventi terapeutici e riabilitativi Basati sulle Evidenze, in modo da trasmettere aspettative realistiche a tutti i membri della famiglia rispetto al funzionamento psicosociale della persona affetta da disabilità psichiatrica.
  4. Insegnamento ai familiari su come intraprendere azioni di advocacy per soddisfare i propri bisogni, utilizzando i servizi e le risorse disponibili sul territorio, come anche a farsi una propria vita separatamente dal paziente.
  5. Utilizzo di speciali tecniche cognitivo-comportamentali per aiutare singoli membri della famiglia o la famiglia come gruppo a superare i sintomi persistenti, l’angoscia, la disforia, le disabilità o i problemi motivazionali.

Queste componenti hanno avuto sempre un carattere modulare, dato che il progetto “Lavorare con il Mutuo Aiuto” è stato personalizzato così da adattarlo alla varietà dei bisogni delle famiglie e degli utenti partecipanti, ma anche e soprattutto alle risorse e ai limiti del contesto.

Gli incontri sono stati svolti sia con i familiari insieme ai loro congiunti sofferenti psichici che separatamente, generalmente suddivisi in interventi settimanali della durata di 2-3 ore ciascuno. Infatti alcuni incontri sono stati realizzati appunto a favore di soli familiari o solo utenti, considerando veramente importante dare ai familiari e agli utenti la possibilità di sfogarsi e buttar fuori i loro forti sentimenti riguardo lo stress e la tensione legati alla gestione della quotidianità.

Ognuno dei partecipanti ha raccontato le proprie emozioni e la propria storia di vita rispetto al familiare di cui si prende cura o da chi veniva seguito; negli incontri congiunti hanno imparato a conoscersi, ascoltando esperienze e condividendole con molta attenzione.

Sono emerse in particolare due riflessioni su:

  • Il ridotto appoggio e supporto dal sistema dei servizi sociali e sanitari attivi sul territorio di appartenenza, nonché dal Governo in merito all’occupazione lavorativa, alla diminuzione di Borse Lavoro per gli utenti e alla scarsezza di informazioni utili e attivazione di centri di aggregazione, fondamentali per far svolgere compiti ai pazienti dei Centri di Salute Mentale, tenerli occupati e potenziare le loro capacità e risorse, altrimenti bloccate a causa di mancanza di stimoli quotidiani.
  • La necessità di avere uno spazio costante di condivisione per confrontarsi e avere supporto psicologico, nonché fruire di incontri di Psicoeducazione familiare.

I partecipanti ai gruppi hanno comunque imparato a comprendere meglio il disturbo psichiatrico con cui stanno convivendo, apprendendo anche quali sono gli interventi terapeutici e riabilitativi che si sono dimostrati efficaci nell’aiutare a superare i sintomi, le difficoltà cognitive e le disabilità associate alle patologie degli utenti dei Centri di Salute Mentale.

Per monitorare e verificare l’andamento dell’intervento un campione delle persone coinvolte è stato sottoposto, all’inizio e alla fine del progetto, alla somministrazione della Psychological Well-Being Scale (PWB) di Carol Ryff, questionario autovalutativo composto da 84 item suddivisi in 6 scale, che rappresentano le dimensioni del benessere psicologico:

  1. Autoaccettazione.

Implica il possedere atteggiamenti positivi  nei confronti di se stessi ed evidenzia la consapevolezza delle proprie qualità positive e negative.

  1. Crescita personale.

Apertura alle nuove esperienze, sensazione di continua crescita e interpretazione della propria persona come in continua espansione.

  1. Scopo della vita.

Obiettivi e un senso di direzione nei confronti della propria vita.

  1. Padronanza ambientale.

Senso di dominio e di competenza nel controllare l’ambiente circostante, adeguata gestione  di una vasta gamma di attività sfruttando le opportunità che  l’ambiente di vita offre.

  1. Autonomia

Intesa come autonomia di pensiero, resistenza alle pressioni sociali che tenderebbe a far pensare e agire come la maggior parte delle altre persone.

  1. Relazioni positive con gli altri.

Capacità di provare forti sentimenti di empatia, affetto e di creare rapporti all’insegna dell’intimità.

Il campione esaminato, formato da 8 persone corrispondenti ai partecipanti che non hanno fatto registrare assenze nell’adesione al progetto, ha evidenziato un miglioramento nella media di tutte le dimensioni del Benessere Psicologico:

  • AUTOACCETTAZIONE: aumento nel 62,5% dei partecipanti, diminuzione nel 25%, invariato il 12,5%.

            Media in ascesa: da 39,5 a 44,25.

  • CRESCITA PERSONALE: aumento nel 62,5% dei partecipanti, diminuzione nel 37,5%.

            Media in ascesa: da 59,25 a 65.

  • SCOPO DELLA VITA: aumento nel 62,5% dei partecipanti, diminuzione nel 25%, invariato il 12,5%.

            Media in ascesa: da 40,63 a 48,88.

  • PADRONANZA AMBIENTALE: aumento nel 62,5% dei partecipanti, diminuzione nel 37,5%.

            Media in ascesa: da 36,38 a 40.

  • AUTONOMIA: aumento nel 37,5% dei partecipanti, diminuzione nel 62,5%.

            Media in ascesa: da 42,88 a 47,75.

  • RELAZIONI POSITIVE CON GLI ALTRI: aumento nel 50% dei partecipanti, diminuzione nel 50%.

            Media in ascesa: da 56,63 a 61,50.

grafico

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